Termini come biofotoni, frustrazione dei sistemi e toponomastica rappresentano la niova visione per analizzare la zona dolorante del paziente. Dobbiamo cambiare parametri di osservazione; le 37 mila miliardi di cellule comunicano con sistemi che sono ben lontani dall’impulso elettrico e dai rapporti di prossimità. Il dolore non è più un aspetto solo nocicettivo (dolore causato da lesione locale) ma, esso, può essere correlato da una dolorabilità indotta da alterazioni a livello neuro-comunicativo. Grazie all’introduzione della teoria polivagale, della meccanica dei sistemi e dell’analisi della variabilità cardiaca possiamo dare nuovi ed importanti parametri per conoscere meglio le caratteristiche e origini del dolore.